martedì 2 aprile 2013

Usi e costumi di antichi matrimoni nel Salento

Buongiorno a tutti e ben tornati tra le nostre righe. Di cosa parliamo oggi?? Di matrimonio ovviamente si, ma di matrimonio d’altri tempi in terra di Puglia o meglio in terra salentina, terra madre delle nostre origini. Parliamo infatti di matrimonio nel 1900, verso gli anni ’60.
Diciamo innanzitutto che il matrimonio è sempre stato celebrato con festeggiamenti pomposi, ovviamente in modo parallelo ai tempi e alle risorse economiche del tempo, ma prima di arrivare al giorno delle nozze facciamo una brevissima carrellata degli usi e costumi che lo precedevano.
La conoscenza e il fidanzamento dei futuri sposi era molto sentito e intorno ad esso ruotavano una serie di riti che più che altro si svolgevano per “l’onore” di se stessi e della propria famiglia.
L’uomo doveva corteggiare la donna in modo segreto e meticoloso e lei di suo non poteva assolutamente accettare subito la corte per non essere vista come “donna facile”.
A questo punto dovevano intervenire gli intermediari a parlare con la famiglia di lei per permettere ai due ragazzi di conoscersi. Nel momento in cui la famiglia della ragazza acconsentiva al fidanzamento allora si procedeva con la “trasatura” ossia l’entrata in casa del fidanzato e al “parlamentu”, cioè un contratto con il quale si stabiliva la “dote” della ragazza. Quest’ultima (la dote) aveva una grande importanza per la famiglia della futura sposa.
Tenete presente che una volta entrati in casa i due fidanzati non potevano parlarsi liberamente, ma solo in presenza della madre o di un altro familiare.
Insomma prima di arrivare al matrimonio le regole erano veramente tante e tutte molto rigide e i fidanzamenti erano lunghissimi.

Nel giorno delle nozze, dopo il rito religioso, dove la ragazza indossava un abito ricamato a mano e un lungo velo, si usava andare tutti a casa della sposa dove veniva servito un lauto banchetto, a seconda, ovviamente, delle disponibilità economiche della famiglia; banchetto che non aveva però niente a che vedere con le tradizioni moderne.
Come prima cosa venivano serviti i liquori prepari dalla mamma dello sposo; mandarinetto, sambuca e vermut, dove venivano inzuppate le cosiddette “pastarelle fatte in casa”. A seguire venivano serviti i dolcetti di pasta di mandorle e lo spumone tanto gradito da grandi e piccini.
Erano poche le situazioni in cui venivano serviti panini con la mortadella, anche se gli invitati, visto il periodo di fame che correva, li aspettavano ansiosamente.
Alla fine del “pranzo” gli sposi passavano da ciascun commensale con un cestino e donavano loro cinque confetti in segno di ringraziamento. I pranzi poi continuavano fino agli otto giorni a casa dei genitori dello sposo e i quindici giorni a casa dei genitori della sposa. Dopo di che gli sposi potevano ritenersi liberi. Finalmente aggiungerei io!!! Per fortuna oggi i giochi sono molto più brevi e il matrimonio è un momento da ricordare con felicità ed emozione da parte sia degli sposi che degli invitati. Altrimenti noi cosa ci saremmo a fare!! Melograno…Wedding Event Planner.






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